In diversi articoli del nostro blog abbiamo parlato della cottura a bassa temperatura, metodo che permette di conservare tutte le proprietà organolettiche di un cibo cuocendolo lentamente ed evitando l’effetto arrosto o bruciacchiato.
Abbiamo visto quanto sia importante dal punto di vista nutrizionale, come nasce questa tecnica, chi l’ha riportata in auge e come si esegue. E, se ci avete seguito, avrete capito che il protagonista di questa cottura è senz’altro il Roner, strumento che consente di cuocere a bagnomaria i sacchetti sottovuoto in cui sono stati inseriti gli ingredienti.
Questo tipo di cottura viene anche definito “sous vide”, cioè cottura sottovuoto in francese. Come si fa però se non si possiede un Roner e non avete intenzione di acquistarlo? Qui vi diciamo quali possono essere le alternative.
Il classico forno a vapore può essere una soluzione
Un’alternativa al roner (che però, lo ribadiamo, risulta essere il migliore strumento quando si vuole cuocere a bassa temperatura e sottovuoto) può essere il classico forno a vapore, che non supera i 70 gradi nella cottura dei cibi.
I forni a vapore possono essere ad incasso o portatili, ed acquistati sia con funzione esclusivamente a vapore, sia combinati (metodo tradizionale ventilato e metodo a vapore). Un forno a vapore, comunque, consta di un serbatoio che si trova di solito lateralmente e va riempito di acqua prima di accenderlo.
Una volta acceso l’elettrodomestico, la caldaietta comincia a scaldare l’acqua, un po’ come succede per i ferri da stiro a caldaia. Raggiunta una certa temperatura, mai troppo alta, si comincia ad emanare vapore attraverso una ventola, vapore che investe i cibi in maniera costante e li cuoce, anche in tempi molto molto lunghi (molte ore, come richiede la cottura sottovuoto per certe carni, ad esempio il maiale).
Forni a vapore: quanto consumano?
Potrebbe a questo punto sorgervi una domanda, anche piuttosto sensata, riguardo ai consumi dei forni a vapore. Restando accesi per così tanto tempo, per cotture che richiedono anche 12 o 24 ore, quanto impattano sull’energia elettrica e la bolletta? In realtà la risposta sta nel non tenere in considerazione il tempo, ma solo la temperatura.
Un elettrodomestico che lavora a temperature così basse non consumerà mai quanto uno che lavora ad alte temperature (tipo il forno classico che cuoce una torta a 200 gradi!). I consumi, pertanto, sono davvero molto ridotti, in specie per i forni a vapore di ultima generazione.
In un altro articolo cercheremo di capire quali sono i migliori forni a vapore in commercio. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti su questo argomento.